Carne coltivata by Arianna Ferrari

Carne coltivata by Arianna Ferrari

autore:Arianna Ferrari [Ferrari, Arianna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2024-03-20T23:00:00+00:00


4. La carne coltivata salverà gli animali?

La carne coltivata promette di salvare gli animali e di permettere un consumo di carne bypassando l’uccisione e la sofferenza animale. Ma è davvero così?

La raccolta di cellule e la vita animale

La quantità di carne coltivata che può essere ottenuta da una biopsia muscolare dipende da diversi fattori, come la dimensione della biopsia, il tipo e la qualità delle cellule e le condizioni di coltura utilizzate. La qualità delle cellule staminali viene influenzata da diversi parametri dell’animale, in particolare età e sesso. Nella letteratura scientifica si registra una significativa diminuzione delle cellule staminali (satelliti) nel muscolo con l’aumentare dell’età. Negli esseri umani, si è osservato che il numero di cellule satelliti diminuisce di circa 30 volte tra 0 e 18 mesi di età fino a diventare il 2% del totale negli organismi adulti. Sebbene questi numeri potrebbero non essere direttamente confrontabili tra specie diverse, questa chiara tendenza viene riscontrata in tutte le specie testate. Inoltre, a causa del fatto che le cellule satelliti di mammiferi più giovani hanno subito meno divisioni cellulari, ci si aspetta che mantengano la loro capacità di differenziazione per un periodo di proliferazione più lungo. Il sesso può influenzare anche il rendimento e la qualità delle cellule satelliti; queste cellule staminali esprimono recettori degli androgeni, la cui stimolazione può portare alla proliferazione cellulare, mentre gli androgeni stessi sono correlati positivamente alla forza e alla dimensione muscolare. Inoltre si presume che le cellule satelliti di diverse razze bovine possano differire nella qualità e che le condizioni di allevamento giochino un ruolo importante, ma c’è ancora molta ricerca da fare. Considerando tutti questi parametri sembrerebbe che, fra i bovini, l’individuo ideale dal quale prelevare le cellule staminali satellite potrebbe essere un giovane toro, tenuto in condizioni di allevamento estensivo con una dieta a base di foraggio, da cui viene prelevata la biopsia dalla spalla all’età di pochi mesi (Melzener et al. 2021).

Un protocollo ottimale di biopsia prevede l’immobilizzazione dell’animale in una gabbia di trattamento, sedazione con xilazina (o equivalente) e anestesia locale per ridurre al minimo il dolore e lo stress per l’animale e garantire la sicurezza del veterinario, migliorando così la qualità dei campioni di tessuto (Melzener et al. 2021). Un altro studio sulle biopsie delle ghiandole mammarie ha dimostrato che è possibile eseguire interventi ripetuti in posizioni leggermente diverse con un intervallo di tre settimane. I 32 campioni prelevati nello studio avevano una massa di circa 800 mg e il tessuto che mostrava una completa guarigione entro sette giorni. Per ridurre al minimo il numero di animali necessari per produrre una determinata quantità di carne bovina coltivata, è auspicabile massimizzare il numero di biopsie praticate su ogni singolo individuo. Parametri come il grado di disagio e stress percepiti dall’animale (e quindi l’impatto sul benessere animale) e il tempo necessario per la rigenerazione del tessuto vengono ritenuti importanti dagli esperti, ma anche su questo aspetto c’è ancora bisogno di molta ricerca per una produzione su larga scala. Comunque,



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